Luigi Cascioli

Ateismo attacca cristianesimo con una denuncia contro la Chiesa Cattolica sostenitrice di un'impostura costruita su falsi documenti, quali la Bibbia ed i Vangeli, e imposta con la violenza dell'inquisizione e il plagio ottenuto con l'esorcismo, il satanismo e altre superstizioni.

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Gli esseni

Conoscere gli Esseni, quella casta ebraica che la Chiesa a cercato di cancellare dalla storia per sostituirsi ad essa, è quanto mai determinante per sapere chi sono in realtà quei cristiani ai quali fanno riferimento alcuni degli scrittori dell'epoca quali Giuseppe Flavio, Filone, Tacito, Svetonio e Plinio il Giovane.

Filone, filosofo ebreo nato ad Alessandria d'Egitto, una delle città nelle quali maggiormente si svilupparono i concetti spirituali esseni, così scrive di essi: <<La prima cosa sugli Esseni è che essi abitano in villaggi, fuggendo dalle città a motivo delle empietà che in esse si commettono dagli abitanti, ben sapendo che la loro compagnia avrebbe un effetto deleterio sulle loro anime come una malattia portata da un'atmosfera pestilenziale. Tra di loro alcuni lavorano la terra, altri esercitano mestieri diversi e tutti cooperano alla pace rendendosi utili a se stessi e al loro prossimo. Non ammassano argento e oro, né si appropriano di vaste tenute con il desiderio di trarne vantaggio, ma semplicemente per procurarsi il necessario per vivere.
Vivendo senza beni né possedimenti, per loro libera elezione e non per conseguenza di una cattiva sorte, si giudicano straordinariamente ricchi, giacché ritengono che la frugalità accettata con gioia sia di per se un sovrabbondante benessere.
Tra di loro invano si cercherebbe un fabbricante di frecce, di giavellotti, di spade, di elmi e di corazze o di qualsiasi strumento di guerra o di altri oggetti che, sia pur pacifici potrebbero essere usati per far male. Respingendo tutto ciò che potrebbe eccitare la loro cupidigia, neppure pensano di seguire la benché minima idea di commercio o di navigazione.
Fra di loro non esistono schiavi, tutti sono liberi e si aiutano vicendevolmente. Non solo condannano i padroni come ingiusti perché ledono l'uguaglianza, ma anche come empi poiché violano la legge naturale che ha generato e nutrito tutti gli uomini allo stesso modo, come una madre, facendone veramente dei fratelli, non di nome, ma nella realtà. Questa parentela fu lesa dalla cupidigia che le ha inferto colpi mortali, mettendo l'inimicizia al posto dell'affetto, l'odio al posto dell'amore. (Questi principi comunisti, che poi saranno fatti propri dai cristiani, furono alla base del successo che riscossero le comunità essene da parte dei diseredati che si unirono a loro. Il Sermone della Montagna, che veniva predicato dai Nazir esseni, poi riportato nei vangeli canonici, ne esprimeva sostanzialmente tutti i concetti).

<<Studiano con grande impegno il comportamento morale servendosi costantemente delle leggi dei loro padri, quelle leggi che l'anima umana non avrebbe potuto concepire senza una divina ispirazione. (In questa frase di Filone si può comprendere l'evoluzione religiosa che ha portato i giudei esseni a seguire i principi spiritualistici pagani pur conservando come base della loro vita sociale le leggi ebraiche del Pentateuco -Thora-).
<<In queste leggi s'istruiscono in ogni tempo, ma soprattutto nel settimo giorno. Il settimo giorno è considerato sacro e in esso si astengono da tutte le altre occupazioni per radunarsi in luoghi sacri che chiamano sinagoghe.
Generalmente, tra di loro l'insegnamento è impartito per mezzo di simboli secondo un'antica tradizione. (Gabala).
Prima di tutto non v'è alcuna casa che sia di proprietà di una persona: ogni casa è di tutti. Giacché al fatto che abitano in confraternite, la loro casa è aperta a tutti i visitatori, da qualsiasi parte giungano, che condividono le loro convinzioni.
In secondo luogo hanno una cassa per tutti e le spese sono comuni: in comune sono i vestiti, in comune è preso il vitto, avendo essi adottato l'uso dei pasti in comune . ( Questi pasti in comune, detti “Agapi” o “fractio panis”, venivano praticati dagli esseni per imitare, ripeto, “soltanto imitare” nella forma più esteriore quei riti pagani nei quali veniva celebrato il sacramento dell'Eucaristia). (confr.I Cor. 11,20).

<<Una maggiore realizzazione dello stesso tetto, dello stesso genere di vita e della stessa mensa invano si cercherebbe altrove. Giacche tutto ciò che ricevono come salario giornaliero del lavoro non lo conservano in proprio, ma lo depongono nel fondo comune, affinché sia impiegato a beneficio di tutti quanti desiderano servirsene. (Filone. Quod omnis probus sit liber).

Giuseppe Flavio

Giuseppe Flavio, storico contemporaneo, figlio di un sacerdote ebreo e lui abilitato alla celebrazione dei culti, dopo aver partecipato alla guerra del 70 come ufficiale dell'esercito rivoluzionario, fatto prigioniero in Galilea, fu portato a Roma dove scrisse su ordinazione dei romani la storia del popolo ebraico in due volumi, La Guerra Giudaica e Antichità Giudaiche, nei quali cercò di dimostrare che l'ebraismo era superiore alle religioni pagane, così parla degli Esseni:

<<Gli esseni in particolare hanno fama di praticare la virtù. Ebrei di nascita, sono più degli altri legati da mutuo affetto.
Costoro respingono i piaceri come male, mentre guardano come virtù la temperanza e il non cedere alle passioni. Per se stessi sdegnano il matrimonio, ma adottano i figli altrui mentre sono ancora arrendevoli ai loro ammaestramenti. Li considerano come parenti e li modellano secondo i loro costumi. Essi non aboliscono però il matrimonio e la propagazione della specie che da esso ne deriva ma si guardano dalle donne licenziose e sono persuasi che nessuna serbi fedeltà a un uomo solo.
Dispregiatori della ricchezza, è presso di loro ammirevole la vita comunitaria. Invano si cercherebbe tra essi qualcuno che possegga più degli altri. C'è infatti una legge che impone a quelli che entrano di cedere il proprio patrimonio alla corporazione in maniera che in nessuno di essi non possa apparire l'umiliazione della miseria o l'alterigia della ricchezza, ma un'uguaglianza che li renda fratelli.
Non abitano in una sola città, ma in varie città prendono domicilio in molti. Ai membri della setta che giungono da fuori concedono libero uso di tutte le loro cose come se fossero essi proprietari. Per questo, quando compiono i viaggi, non portano con se assolutamente nulla eccetto quelle armi che gli servono per difendersi dai briganti. Del resto in ogni città viene eletto un commissario della corporazione per gli ospiti che provvede ai vestiti e ai viveri.
Quanto al vestire e al comportamento essi assomigliano a giovani bene educati sotto rigorosa disciplina; non cambiano né vestiti né sandali se prima non sono del tutto consumati e lacerati dal tempo. Fra di loro non comprano e non vendono alcunché, bensì ciascuno cede il suo a chi ne ha bisogno, e ne riporta in cambio qualcosa che gli serve. La loro pietà verso la divinità ha una forma particolare: prima del sorgere del sole non proferiscono alcunché di profano, ma recitano dette preghiere verso di esso quasi a supplicarlo di spuntare.
Dopo di ciò ognuno è invitato dai sovrintendenti al mestiere che esercita a recarsi al lavoro. Dopo aver lavorato energicamente fino all'ora quinta ( le 14), si radunano e cintisi di un indumento di lino si lavano il corpo con acqua fredda. Dopo questa purificazione, vanno in un edificio particolare dove non è permesso di entrare a nessuno che non sia della loro fede.
Dopo che si sono seduti in silenzio, il panettiere serve i pani per ordine e il cuciniere distribuisce a ciascuno una sola vivanda. Il sacerdote premette al pasto una preghiera, e nessuno può iniziare a mangiare prima che essa sia finita. Dopo aver mangiato aggiunge un'altra preghiera in maniera che Dio sia venerato come dispensatore di vita sia all'inizio che alla fine del pasto. Deposte le vesti che avevano indossato per il pasto, dato che esse sono sacre, tornano nuovamente al lavoro fino alla sera. La cena si svolge come il pranzo ed è in essa che si uniscono a loro gli ospiti di passaggio.
Sono dominatori dell'ira, moderatori delle passioni, padrini della fedeltà, promotori della pace.
Dando ad ogni loro affermazione il valore di un giuramento, si astengono dal giurare nella convinzione che il giuramento sia di per se peggiore dello spergiuro dal momento che si prende Dio come testimone per essere creduto. Hanno una cura straordinaria degli scritti antichi, scegliendo principalmente quelli che riguardano il profitto dell'anima e del corpo. Studiano come guarire le malattie attraverso le radici e le pietre.
Coloro che chiedono l'accesso alla setta non ne ottengono il consenso immediato. Al postulante impongono per un anno la stessa disciplina dopo avergli consegnato una piccola scure, la cintura sopra menzionata e una veste bianca. Se il novizio avrà dato prova di virtù, allora viene promosso ad un grado superiore attraverso un ulteriore lavaggio (di cervello. n.p.) eseguito con acque considerate più pure. Sarà accolto nella società con tutti i diritti (quali diritti possono avere degli uomini ridotti alla schiavitù dal plagio?) dopo due anni se si sarà dimostrato degno di farne parte.
Disprezzano i pericoli e superano i doloro attraverso la riflessione. Quando giunge con gloria, considerano la morte migliore della vita. I loro spiriti, del resto, furono sottoposti ad ogni genere di prove dalla guerra contro i romani, durante la quale furono contorti, bruciati e fratturati, fatti passare sotto ogni strumento di tortura, affinché bestemmiassero il loro Dio legislatore oppure mangiassero alcunché che la loro religione considerava illecito, ma rifiutarono ambedue le cose. Neppure adularono mai i loro tormentatori né mai piansero.
Sorridendo, anzi, tra gli spasimi e rivolgendosi ironicamente verso coloro che lo torturavano, affrontavano la morte come coloro che stavano per riceverne un'altra. (Sono questi quegli essenti che la Chiesa ha cercato in tutti i modo di far sparire dalla storia per poterci mettere al loro posto i suoi fantomatici martiri cristiani).
Infatti, è ben salda in loro l'opinione che i corpi sono corruttibili e instabile è la materia, mentre le anime vivono in eterno. (Sarà su questo principio di corruttibilità della materia che non può addirsi a un dio, che gli esseni gnostici costruiranno nel II secolo un Salvatore disceso sulla terra prendendo dell'uomo soltanto le apparenze).
<<Esiste pure un altro gruppo di Esseni che per genere di vita, per abitudine e per legislazione dissentono dagli altri sulla questione del matrimonio. Ritengono infatti coloro che non si sposano recidano una parte importantissima della vita, e cioè la propagazione della specie, tanto che se tutti adottassero la stessa opinione favorevole al celibato ben presto scomparirebbe il genere umano (Guerra Giud. cap.IV. pag. 57).
Filone e Giuseppe Flavio, entrambi ebrei, erano essi stessi degli esseni spiritualisti? Tutto fa supporre di si da come hanno cercato di farli passare per persone spirituali e pacifiche per separarli dai quei rivoluzionari che in altri passi hanno trattato da criminali terroristi. Supposizione questa che trova anche conforto da quel viaggio che fece Filone nel 52 per recarsi a Roma col fine di intercedere pietà presso l'imperatore Claudio riguardo le persecuzioni contro gli Esseni. (Il risultato fu nullo).

Il motivo per cui sono stati riportati questi due passi è quello di dimostrare, attraverso un confronto che si farà più avanti con i testi sacri, la non esistenza dei cristiani nostrani in quel periodo del primo secolo nel quale sono stati introdotti dalla Chiesa come testimoni del suo primo cristianesimo.